In memoria Hans-Christian Günther (1957–2023)

A volte i cosiddetti social media ci fanno delle sorprese. Le interazioni con gli utenti possono essere futili e passeggere, talvolta anche intense nei contenuti. Quando non si conoscono le persone con cui si interagisce non si può essere certi della buona fede né dell’esatta comprensione dei significati che si annidano tra le righe del testo; facile fraintendere le motivazioni a monte di una determinata presa di posizione. Un soggetto piuttosto singolare direi, per via di posizioni politiche alquanto forti ma non del tutto univoche, fu questo musicologo, musicista e filologo tedesco che, pur tendendo a dividere il mondo in buoni e cattivi, non vi si adoperava nel rispetto di schemi binari tradizionali. Spesso trovava nell’una parte corrispondenze tipiche della parte opposta. Nonostante le sue posizioni forti, talvolta anche un po’ verbalmente aggressive, non era mai maleducato e dalla sua genuinità traspariva una autocoerenza che guadagnava a sé un senso fiducia e affidabilità da parte dell’interlocutore. 

Non molto tempo dopo quei primi contatti virtuali, questa persona mi invitò a tenere un corso e una conferenza a Lugano su un compositore che evidentemente era anche da lui molto amato: Ferruccio Busoni. Questo compositore, la quintessenza dell’uomo italo-tedesco, riesce a collegare le persone che lo amano e lo capiscono in una sorta di confraternita. Finalmente incontrai Hans-Christian Günther a Lugano in carne ed ossa, insieme ad un altro stimato collega, Christoph Sirodeau, suo amico (e subito dopo anche mio). Lo aiutai nella redazione italiana di un documento sulla figura di Busoni, e la nostra amicizia, che era nata evidentemente nell’iperuranio busoniano, si consolidò nel presente. Rimanemmo in contatto e mi invitò quindi a tenere una conferenza presso  l’Accademia di Merano, organizzata in collaborazione con la Humboldt Stiftung, sul neo-classicismo in musica con enfasi su Busoni. Hans-Christian mi fece soggiornare – in spirito appunto di confraternita – in quella struttura alberghiera sui generis che è casa Pallotti, un qualcosa a metà fra pensione e convento con al suo interno una cappella molto suggestiva, con un ambiente di contemplazione spartano e mistico. Hans lo scelse anche come culla per le nostre conversazioni mattutine, al fine di forgiare la nostra amicizia e le nostra comunione di interessi. Questo incontro e consequenzialmente quello con Ivo Di Gennaro, mi portarono trasferirmi in Sud-Tirolo, da me allora ancora chiamato “Tirolo”, perché del Tirolo ne riconoscevo quella spiritualità che l’aria sembra trasportare discretamente e dolcemente.

Il 27 gennaio 2023, Hans-Christian Günther se n’è andato con quella sua solita coerenza, senza scendere a compromessi con la contingenza e con una sorta di invidiabile fatalismo. Ha scelto di eludere la battaglia per la vita contro i malanni che la vita stessa raccoglie crudelmente. Questo passaggio, ci auguriamo, lo ha condotto ad uno stato di maggiore serenità – era di fede musulmana.

Sono contento di essere riuscito a dare una collocazione definitiva a suoi sforzi da compositore, registrando delle sue musiche e pubblicandole su Internet, ma non ho fatto in tempo a fare lo stesso con tante altre sue opere che qualche settimana fa mi ha inviato. Ora capisco la natura e il motivo di quell’invio massiccio di brani. Gli promisi di consegnarli ai posteri – posso dire, anche ai miei posteri – previa registrazione audio e videografica.

La persona di Hans mi manca molto, e il dolore della sua scomparsa conferma l’adagio inglese secondo il quale “we know what we have when we lo longer have it”, che ora recita in tutta la sua saggezza ma anche crudezza. Mi sento un po’ in colpa di non aver fatto in tempo a dargli la gioia di vedere le sue altre composizioni da me registrate, e ciò ravviva la memoria di ciò che una volta mi disse Roman Vlad, che pure mi dedicò molte sue composizioni: non dovevo preoccuparmi di non fare in tempo a registrarle nella sua vita natural durante, le avrebbe ascoltate post-mortem (fortunatamente non fu questo il caso).

È cosa singolare che noi interpreti eseguiamo quasi sempre opere di composizioni che nel rispetto dell’anagrafica sono da considerare esecuzioni post-mortem; nonostante ciò, non si ingenera l’ansia del “troppo tardi” che si ha quando il compositore è un amico. Io invito chi non ha conosciuto Hans a leggere i suoi scritti, e se possibile anche quelli di altri che egli ha generosamente consegnato all’editoria. Hans si permetteva di andare contro i pregiudizi di tendenza. Filologo classico tedesco, traduttore dal greco e latino, conoscitore di diverse lingue europee, grande intellettuale qual era, amava fra tutte non solo la musica dei grandi del retaggio germanico, ma quella del compositore russo, se pur contestato dalla musicologia edotta, profondo viatico di un realismo di contenuti e forte caratterizzatore dell’esperienza umana e della storia della cultura del suo popolo. A lui sarà dedicata la presentazione, che avrà luogo all’Accademia di Merano il 27 marzo 2023, del progetto “The Rachmaninov Journey”, nella quale Hans sarà presente in ispiritu.

 – Carlo Grante –

Merano, 3 febbraio 2023


Nachruf auf Hans-Christian Günther

Am 27. Januar dieses Jahres verstarb in seiner Heimatstadt Müllheim Prof. Dr. Hans-Christian Günther. Günther war Professor am Institut für Klassische Philologie an der Albert-Ludwigs-Universität Freiburg und Fellow der Akademie. Neben seinen Arbeiten zu verschiedenen Autoren der lateinischen und griechischen Dichtung und Philosophie, tat er sich als Übersetzer von Lyrik aus dem Lateinischen, Alt- und Neugriechischen, Italienischen, Georgischen, Japanischen und Chinesischen hervor. Darüber hinaus veröffentlichte er kunst- und musiktheoretische Beiträge. Eigene Gedichtbände und Kompositionen für Klavier (hier die Einspielung einiger Stücke durch Carlo Grante) runden sein vielseitiges, niemals um formale fachliche Abgrenzungen bekümmertes Werk ab. Günther organisierte in den vergangenen Jahren – meist in Zusammenarbeit mit der Humboldt-Stiftung, der er als ehemaliger Stipendiat verbunden war – eine Vielzahl von Veranstaltungen in unserem Haus. So kamen durch ihn zahlreiche Gelehrte aus allen Teilen der Welt nach Meran und nicht wenige davon sind bis heute mit der Akademie verbunden. Wissenschaftlich hinterlässt er neben seinen eigenen Publikationen mehrere von ihm ins Leben gerufene Buchreihen. Die Akademie wird ihm, als erstes Zeichen des dankbaren Andenkens, ein für Ende März geplantes Konzert widmen. 

– Ivo De Gennaro –

Meran, Februar 202